I CONFINI DIGITALI DELL'ARTE. Riflessioni dietro la mascherina.

I CONFINI DIGITALI DELL'ARTE. Riflessioni dietro la mascherina.

L'emergenza Coronavirus sta pesando molto al settore dell'arte: della cinematografia, del teatro, dello spettacolo e della musica in particolare.
Molti sono i disagi conseguiti a ciò.

Infatti, inevitabilmente, alcune attività hanno risentito del lockdown e per ragioni, connesse alla gestione ed organizzazione delle platee (del pubblico) e del personale operante dietro le quinte e /o sopra ad un placoscenico, si sono fermate quasi del tutto ed attualmente restano in attesa di soluzioni, pensate in modo razionale, che soddisfino tutti i lavoratori del settore (artisti in pimis).

Il mondo che ruota intorno al diritto d'autore si compone di molteplici figure, alcune sconosciute al grande pubblico, eppure fondamentali, si pensi a tutti i lavoratori che montano le scenografie, i palcoscenici, i costumisti, i fonici, coloro che gestiscono le luci, la fotografia, ma anche i cameramen e molti, molti altri. 

Poi vi sono tutte quelle figure che pur non svolgendo un'attività strettamente connessa con il settore dello spettacolo e dell'arte in generale, esistono e lavorano in funzione ed in servizio alla stessa (i locali bar che operano all'interno delle strutture dedicate al settore musicale, televisivo, cinematografico, teatrale, etc...). Per questi ultimi, che meritano menzione, la "soluzione" è altrettanto complicata e viaggia su canali paralleli, ma molto diversi. 

Le difficoltà dunque legate alla crisi che sta riguardando il settore, ancora oggi, seppure sia in lenta e ancora dubbia ripresa, stanno interessando intere famiglie.

Il mondo digitale, spesso, si è scontrato con il settore dell'arte, della musica, della cinematografia, ma persino della fotografia, comportando frequenti, e talvolta, insidiose violazioni del diritto d'autore e per questa ragione soprattutto autori ed editori guardano ad esso con timore, eppure è divenuto la sola ancora di salvezza cui appigliarsi.

Si è riscoperta, forse da taluni finalmente compresa, l'utilità del paradigma informatico "blockchain", per consentire la condivisione, gestione, compravendita di prodotti musicali, video, foto, di opere dell'ingegno in generale.

Il paradigma suddetto viaggia attraverso piattaforme digitali, applicazioni, utilizzabili mediante qualsiasi strumento (mobile o fisso) e mira a garantire il trattamento dei dati personali e la privacy nel suo complesso, inserendosi nei settori più delicati (si pensi allo stesso sistema "giustizia").

Concretamente come possono gli artisti utilizzare al meglio il mondo digitale? 
Esistono molte piattaforme che consentono la diffusione di opere intellettuali, si pensi ad esempio a YouTube, ma anche a moltissime altre.

Vi invito a leggere l'articolo molto interessante, che si reperisce facilmente sul web, redatto da Cherie Hu, che elenca gli strumenti utilizzabili dagli artisti digitalmente e in rete.

Molto probabilmente questa situazione di emergenza ha fatto venir fuori opportunità ed utilizzi del web prima trascurati o attributi in capo a figure "ben definite". Oggi la modernità richiede in capo all'artista o al suo manager la capacità di inventare nuove forme di remunerazione, ma persino di "condivisione" e "interazione" con i fans, ossia quei soggetti che sostengono realmente l'arte e gli artisti, che fruiscono dei servizi e nutrono il settore.

Mi auguro che da questo periodo così difficile possa sorgere in capo agli artisti, ma non solo, la consapevolezza dell'importanza di una tutela "giuridica", e quindi del "diritto d'autore", ma anche dell'importanza della "relazione" artista- fan.

Le soluzioni per il futuro dunque includeranno sempre di più l'uso del panorama digitale, degli abbonamenti per consentire ai seguaci di fruire di materiale esclusivo, di un sistema "premiale" la fiducia  dei fans, del paradigma "blockchain", ma, come egregiamente evidenziato ad una videoconferenza trasmessa da "shesaid.so",  anche dall'affiancare l'attività artistica principale (ad esempio la musica) alla "condisione" di altri aspetti inerenti la vita dell'artista stesso. 

In questo quadro si inseriscono anche le donazioni effettuate dai fans, il crowdfunding e altre forme di sostentamento "diretto".

In conclusione credo occorra compiere un'analisi approfondita del settore, rivedere persino i contenuti contrattuali dei principali contratti regolanti i rapporti tra i soggetti del mondo dello spettacolo/della musica etc... (si pensi ad esempio al contratto di edizione o a quello fonografico, ma anche ad un contratto di management), che dovranno adeguarsi ai mutamenti e ai nuovi confini che a poco a poco si stanno delineando.

Ormai è evidente che occorre pretendere il rispetto del "diritto d'autore" e la corresponsione dei relativi compensi da parte dei grandi colossi digitali, secondo modalità "giuste".

All'interno di questi confini, dunque, si inserisce l'arte, che di suo non ama i confinamenti, ma necessita, suo malgrado, di tutela e senza "limiti" ed "organizzazione" ciò diverrebbe mera utopia.

E quando tutto sarà tornato alla normalità, questi nuovi confini, mi auguro, possano rinvigorire l'arte nel suo complesso e ridarle nuova LUCE.

©Studio Legale D'AMA
Avv. Loredana Scifo